La temperatura luce, nell’illuminazione domestica, è un aspetto che tendiamo spesso a sottovalutare.
Ogni volta che andiamo dal nostro rivenditore di fiducia per cambiare una lampadina, davanti a noi si pone questa ardua scelta. Ma quanti si ricordano di verificare la temperatura colore nella lampada da sostituire? E se la lampadina è un’alogena, che temperatura bisogna scegliere se decidiamo di comprare un LED?
Chiariamo innanzitutto le differenze. Le lampade, generalmente, si illuminano ad una temperatura compresa tra i 2700K e i 6500K. Al variare della temperatura luce varia anche il colore. La luce calda tende verso il giallo/arancione, quella naturale è bianca tenue mentre quella fredda tende lievemente verso l’azzurro.
Tutto ciò ci porta ad un’altra, inevitabile questione: potendo scegliere, di cosa bisogna tener conto prima di acquistare una lampada a luce calda piuttosto che a luce fredda?
Il primo fattore da tenere in considerazione è banalissimo: il gusto personale. Se ci piace particolarmente una delle tre tonalità, il problema non si pone. Se non abbiamo particolari preferenze, dobbiamo tener conto delle diverse caratteristiche. Potrebbe sembrare assurdo, ma tra i vari fattori entra in gioco la psicologia.
Se dobbiamo scegliere la luce che illuminerà la nostra casa, ogni giorno, per tanti anni a venire – sempre che il prodotto sia di qualità – dobbiamo mettere in conto il fattore emozionale. La luce calda – se non troppo rossastra – è più accogliente e rilassante, perfetta per il salotto dove passiamo le serate in compagnia. La luce fredda, invece, rende il bianco più brillante e tende a comunicare professionalità e ordine, motivo per cui è spesso usata in ospedali e uffici amministrativi. La luce naturale, invece, è la giusta via di mezzo in quanto ha il vantaggio di lasciare pressoché inalterati i colori degli ambienti che illumina. Ad esempio, un quadro a dominante rossa verrà incupito dalla luce fredda e smorzato da quella calda. Una bistecca al sangue, resa violacea da una lampadina a 6500°K, non avrà un aspetto granché appetitoso.
Facciamo un riassunto, analizzando nel dettaglio i tre tipi di temperatura luce:
Le tre colorazioni della temperatura luce
- Calda (2700-3000K): tendente verso il giallo/arancione, è la più utilizzata in ambienti domestici. Viene scelta dai consumatori per essere molto accogliente, ma solo fino ad una determinata temperatura luce. Infatti, sotto i 2700°K, comincia a virare decisamente sul rosso, colore molto forte che, alla lunga, diventa fastidioso;
- Naturale (4000K): sfumature di colore prettamente bianche. La caratteristica peculiare di questa luce è che, a differenza delle altre, non altera i colori; l’occhio umano, di conseguenza, si sforza molto meno. Proprio per questo la luce neutra rilassa ed è una delle più adatte per illuminare gli ambienti domestici, nonostante sia ancora poco utilizzata;
- Fredda (5500-7000K): tendente verso l’azzurro/viola, è la tonalità di colore che rende il bianco più brillante ed aumenta la luce percepita, ideale per ambienti che necessitano di tanta luminosità ma, alla lunga, stanca molto gli occhi.
Concludendo, la luce migliore in senso assoluto non esiste. Il buon vecchio concetto del “tutto è relativo”, dunque, si ripropone anche qui.
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Einstein la sapeva lunga, anche di luce.